Spesso sento nel mio studio persone attribuire ai muscoli la responsabilità dei loro dolori, indipendentemente da dove siano localizzati, dalla cervicale al piede. È necessario capire, però, che quando siamo in movimento, il nostro corpo procede per inerzia, e i muscoli si contraggono non per generare il movimento, ma per controllarlo!

Ad esempio, consideriamo il camminare. Quando il piede colpisce il suolo, l’onda di reazione si propaga dal tallone all’alluce, spingendo il corpo avanti. In questa sequenza, è evidente che non sono i muscoli a guidare il movimento del nostro scheletro, bensì la forza di gravità e la nostra risposta alla forza di reazione del suolo. Questo avviene per stimolare specifici muscoli, come quelli della supinazione del piede ed estensori dell’anca e della colonna vertebrale.

[ Un punto importante da ricordare: la pronazione non è il peggiore dei mali del piede, nonostante quello che alcune ditte di scarpe vorrebbero farvi credere. È un movimento fondamentale del piede che, come tutto, deve essere correttamente bilanciato e utilizzato. ]

Le ossa del piede si muovono per prime, con i muscoli che reagiscono in risposta. Considerando un movimento del corpo completo, possiamo vedere che ogni articolazione e muscolo risponde in base al movimento delle altre parti e alle forze di reazione e gravitazionali.

Quando un muscolo raggiunge la sua massima ampiezza di movimento, si ferma in modo eccentrico (lontano dal centro) e si contrae concentricamente nella direzione opposta. Questo punto, il punto di zero movimento, è dove termina l’azione eccentrica e inizia quella concentrica. È una testimonianza del fatto che il nostro sistema corporeo è sempre in movimento, con i muscoli che si contraggono sia per eseguire un movimento che per limitarlo.

Se un muscolo è troppo accorciato, l’ampiezza di movimento di un’articolazione sarà limitata e altri muscoli dovranno compensare. Questo può creare uno squilibrio che può ridurre le prestazioni e aumentare il dolore, compromettendo la mobilità e la performance ottimale. Ecco perché è fondamentale valutare l’ampiezza di movimento delle articolazioni durante il movimento.

Ricordiamo, infine, che il corpo è un’entità tridimensionale, con un unico centro per una molteplicità di movimenti. Per sviluppare consapevolezza, è necessario esplorare tutte le componenti tridimensionali del movimento. I muscoli non mantengono una posizione sbagliata che provoca dolore, al contrario, si adattano per evitare posizioni ancora peggiori! Si allungano e si accorciano in risposta alla posizione dello scheletro, non per distorcerlo.

RIASSUNTO

  • La lunghezza di un muscolo dipende interamente dall’organizzazione del sistema articolare

 

  • L’organizzazione del sistema articolare dipende interamente dalla relazione con il suolo, sia nella postura statica che dinamica
  • La capacità di un muscolo di eseguire CONTRAZIONE-ALLUNGAMENTO-CONTRAZIONE garantisce movimento e libertà a tutte le articolazioni
  • Mantenere un muscolo in allungamento statico (stretching statico) vuol dire ignorare il ruolo dell’articolazione nella funzione di quel muscolo

 

  • Mobilizzare isolatamente un’articolazione vuol dire ignorare il ruolo della catena muscolare ad essa connessa
  • Dolori muscolari, accorciamenti muscolari e poi le inibizioni muscolari, nascono da posizioni dello scheletro e movimenti articolari, la reazione che questi comportano nel muscolo genera l’inibizione
  • Muscoli ed articolazioni devono lavorare insieme per ottenere un movimento senza sforzo
  • In isolamento, i muscoli sembrano la componente più importante. Ma se si guarda un movimento totale, completo, ci si accorge che muscoli ed articolazioni sono una partnership e che in movimento i muscoli reagiscono al movimento articolare. Le ARTICOLAZIONI AGISCONO ed i MUSCOLI REAGISCONO.

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Autore

Fisioterapista Gabriele Casamenti con uno modello di uno scheletro

Alberto Casamenti

Fisioterapista

Ciao, sono Alberto, fisioterapista ed osteopata e credo fermamente nei miei tre pilastri della riabilitazione: trattamenti individuali, un solido rapporto terapista-paziente ed un tocco di leggerezza. Mi sono laureato in fisioterapia in Svizzera nel 2014 e da allora mi dedico a creare un ambiente di cura personalizzato, in cui il paziente è al centro di ogni trattamento. Con una specializzazione in riabilitazione cardiologica e un’approfondita competenza nella terapia manuale, mi impegno a rendere la fisioterapia una sfida superabile insieme, con una nota di serenità e tranquillità nel percorso di guarigione.